Per il momento la proposta di tagli al settore non è ancora stata firmata: per la sua approvazione bisognerà attendere il mese di marzo/aprile. Pertanto, le proteste si stanno intensificando allo scopo di convincere l’UE a fare un passo indietro rispetto a questi tagli che risulterebbero deleteri per le economie nazionali.
Alla luce di questi fatti è curioso pensare che proprio l’Unione Europea abbia nel suo cassetto l’ambizioso piano Connecting Europe Facility (CEF), che prevede proprio la diffusione capillare della banda larga. In base a quanto previsto dal CEF, entro il 2020 metà della popolazione del nostro continente avrà a disposizione connessioni da 100 Mbps.
Per raggiungere questo traguardo è indispensabile lavorare per la diffusione della banda larga anche nelle zone rurali, che tuttavia richiede enormi investimenti a causa delle distanze da coprire e della scarsa densità della popolazione.
Tutto ciò rende economicamente svantaggioso, per le aziende private, accollarsi il costo di tali infrastrutture tecnologiche: senza i finanziamenti UE esse non potranno mai essere realizzate.
Bandini banda larga per tutti