L’Italia indietro nella diffusione della banda larga. Un’analisi condotta da Said Business School dell'Università di Oxford e dall'Universidad de Oviedo basata su un fattore virtuale tale da permettere raffronti tra dati omologhi, ha dato vita al Broadband Quality Score. Si tratta di una ricerca che, studiando attentamente parametri misurabili per la banda larga in funzione della loro utilità in un dato momento, ha fotografato l’Italia come Paese poco inserito ancora nel mondo della banda larga.
Nella classifica delle nazioni l'Italia è a metà tra Irlanda e Ucraina, Turchia e Malta, per cui si colloca in una fascia di performance mediocri, tali appena da incontrare le esigenze delle attuali applicazioni ma nulla più. In prospettiva, si tratta di una valutazione preoccupante perchè, mentre le esigenze aumentano rapidamente, i lavori per tenersi al passo coi i tempi risultano crescere, per cui il divario tra necessità e possibilità di soddisfazione delle stesse aumenta.
Spiccano, invece, come ‘più avanti’ Corea, Giappone e Svezia, mentre il podio è per Lituania, Bulgaria e Lettonia, oltre ad Olanda, Danimarca e Romania. In conclusione, si nota come quasi tutta l’Europa occupi posizioni migliori rispetto alla nostra penisola.