La corsa alla realizzazione di computer portatili sempre più sottili, leggeri e performanti passa anche attraverso le tecnologie di realizzazione degli hard disk. Il peso di un hard disk installato all’interno di un notebook influenza in modo marcato il peso complessivo dell’apparecchio, oltre al fatto che le sue dimensioni sono comunque molto più voluminose di quelle di una memoria flash di capacità equivalente. L’obiettivo è allora quello di valutare la possibilità di inserire, al posto dei tradizionali dischi fissi, delle memorie di massa flash per compattare in modo risoluto la dimensione del sistema di storaggio interno dei dati.
Un altro problema è la dimensione massima di memoria che ciascuna memoria flash è in grado di avere. Attualmente non si va oltre i 32 GB e il prezzo è assolutamente esoso: il costo per gigabyte delle memorie flash è attualmente circa otto volte superiore rispetto a quello degli hard disk.
Sony ha immesso sul mercato il Vaio UX1, un computer estremamente compatto, che adotta un SSD da 32 GB e può essere acquistato a ben 3.000 euro. In questo settore è pronta a scendere in campo Apple, forte della sua esperienza avveniristica nel campo dello sfruttamento delle memorie flash per i dispositivi multimediali con l’i-Pod in testa.
Al momento Apple è uno dei migliori clienti di Sandisk, la maggiore produttrice di memorie flash al mondo, e proprio grazie a questa posizione di vantaggio è verosimile che possa aspirare a una significativa riduzione dei costi di fornitura delle memorie. In questo senso, il nuovo MacBook Mini che incorporerebbe questo tipo di supporto di memoria potrebbe entrare sul mercato dei subnotebook con costi estremamente competitivi e insidiare perfino il mercato dei palmari, pur potendo offrire la straordinaria tecnologia Apple. Con tutte le probabilità sarà in vendita dopo l’estate: appassionati del mondo Apple state all’erta!
Video del nuovo Apple MacBook Mini