A livello istituzionale l’Italia non è mai stata un paese molto propenso ad abbracciare le nuove tecnologie, come invece accade in altre zone d’Europa (soprattutto settentrionale). Purtroppo, questi ritardi possono avere gravi ripercussioni sull’economia interna, come è stato dimostrato nel caso della banda larga.
In Italia la banda larga si sta diffondendo ancora faticosamente, e il nostro paese è ben al di sotto della media europea per numero di utenti connessi ad internet veloce. La mancata disponibilità della banda larga fa sì che un grande numero di potenziali utenti sia ancora escluso, o fortemente penalizzato, dall’accesso al web e alle sue enormi potenzialità. Come, ad esempio, l’e-commerce, un settore che in Italia si sta lentamente affermando dopo anni trascorsi in una posizione del tutto marginale.
Secondo il Presidente dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) Corrado Calabrò, l’Italia risente di una penalizzazione pari all’1-1.5% del PIL causata proprio dal ritardo nell’adozione della banda larga. Infatti il mancato accesso ad internet veloce determina l’impossibilità da parte delle aziende di emergere nel panorama online: mentre in Europa mediamente 12 piccole e medie imprese su 100 commercializzano i propri beni o servizi sul web, in Italia solo il 4% delle aziende è attiva su internet.
Se venissero messe in atto le misure di innovazione di cui ha bisogno il paese, sottolinea Calabrò, sarebbero enormi i benefici per la nostra economia. Basti pensare, a tal proposito, che nel Regno Unito l’economia che passa attraverso internet rappresenta ben il 7.2% del PIL. In Italia la percentuale si assesta ancora su un ‘misero’ 2%.
Banda larga - Abruzzo
Movimento 5 Stelle e banda larga