Il successo inaspettato del paywall
Per chi non ne avesse mai sentito parlare, il termine paywall si riferisce a tutti quei contenuti web cui è possibile accedere solo dietro il pagamento di una tariffa. Nulla di particolarmente innovativo, dunque, eppure il paywall rappresentare il futuro dell’editoria online.
Facciamo un passo indietro: con l’avvento di internet il settore della carta stampata ha iniziato a manifestare una notevole sofferenza, dal momento che non è più indispensabile acquistare un quotidiano per accedere alle notizie (del giorno prima, oltretutto), ma semplicemente collegarsi al sito web di una testata giornalistica per sapere cosa succede, in tempo reale, nel mondo. Nel giro di pochi anni ogni quotidiano si è dotato di un proprio sito web per non perdere il passo nei confronti della concorrenza, registrando parallelamente un calo drammatico nelle vendite delle copie cartacee e, quindi, nei profitti.
Per salvare la carta stampata alcune testate giornalistiche hanno deciso di adottare il paywall, ovvero mettere a disposizione dell’utente contenuti a pagamento. Gli scettici sostenevano che sarebbe stato un grandissimo flop: perché l’utente avrebbe dovuto pagare per accedere a notizie che comunque sarebbero gratuite su un altro sito?
Contrariamente alla previsioni gli abbonamenti al paywall del New York Times, introdotti sperimentalmente un anno fa, hanno riscosso un grandissimo successo. Sono stati 500.000 gli utenti a sottoscrivere questi abbonamenti, con risultati che fanno ben sperare anche per le altre testate di informazione.
Punti di forza e debolezze del paywall
Quotidiani: la fine della carta stampata e il successo del paywall nelle edizioni online