Un anno dopo dalla sua licenza, il Wi-max si trova a dover fare i conti con il digital divide. La crescita sul territorio procede a rilento non solo a causa di problemi di affidabilità delle base station ma anche per le dinamiche che riguardano l'ottenimento dei permessi. Ciò significa essenzialmente che il Wi-Max potrà sconfiggere il digital-divide, se non rimarrà impigliato nella burocrazia italiana.
I ritardi accumulati dal Wi-max, infatti, altro non sono che risultato delle difficili procedure per l’acquisizione di tutti i permessi necessari perché possano essere messe in piedi le stazioni trasmittenti. Il lavoro con le Pubbliche Amministrazioni e l'ARPA (Agenzia ambientale delle Regioni) e il rispetto dei regolamenti comunali e regionali contribuiscono a rendere, inoltre, ancora più ingarbugliata la situazione, cui si aggiunge l'inquinamento elettromagnetico.
Sono passati 12 mesi dall'assegnazione delle licenze e solo alcuni operatori Wi-Max (come ad esempio Aria, Mandarin e Linkem) sono già riusciti a sbarcare sul mercato. Ma il direttore marketing Aria, Abramo Volpi, ha precisato che si sta vivendo “una fase in cui tutti gli operatori stanno lavorando parecchio per incrementare la rete e testarne e commercializzare i servizi”.