Arriva dall’università di Stanfrod la grande notizia per tutti gli appassionati di fotografia: presto sarà possibile scattare foto in 3d direttamente dalla proprie macchine fotografiche. I ricercatori stanno mettendo a punto un nuovo dispositivo in grado di calcolare autonomamente la distanza del soggetto ripreso dalla fotocamera, e secondariamente di scattare foto con una tridimensionalità oggi sconosciuta. Invece di scattare una sola, singola, fotografia, il sensore messo a punto da Keith Fife e dai suoi colleghi, divide l’immagine in un mosaico di immagini da 16 x 16 pixel, chiamate subarray..
Il chip in questione promette di ridurre il rumore digitale perché sarà più semplice distinguere se un colore fa parte del soggetto principale o no, e quindi si potrà tarare la foto di conseguenza. Il risultato prodotto è che ogni punto della foto è catturato da almeno quattro micro-lenti, producendo di fatto un'unica visione da prospettive diverse. Il risultato è una riproduzione virtuale dettagliata del soggetto.
Trattandosi, però, ancora di un prototipo non è tutto così semplice e perfetto come potrebbe sembrare, perché ci sono già alcuni svantaggi da non sottovalutare e che magari nel tempo e con perfezionamenti potrebbero del tutto scomparire. Ma oggi ci sono: la risoluzione del sensore di una macchina che scatta foto in 3d è per forza minore di quanto sarebbe possibile ottenere sulla stessa superficie di chip; la postproduzione dell’immagine richiede dieci volte il tempo normale di elaborazione di una foto classica; una fotocamera così equipaggiata consuma molta più energia di una tradizionale; le immagini 3D sono possibili solo con soggetti che hanno del dettaglio addosso, colori, contrasti, che contribuiscono a creare profondità.