Quale destino per la Silicon Valley?

I responsabili delle aziende tecnologiche che operano nella Silicon Valley californiana sostengono che il distretto produttivo si trovi attualmente in pessime condizioni. Secondo Paul Otellini e T.J. Rogers, amministratori delegati rispettivamente di Intel e di Cypress Semiconductor, le cause del problema sono da ricercarsi proprio nelle regole dello stato della California. 

Parlando alla Intel Capital Global Summit tenutasi la settimana scorsa, Otellini ha affermato che negli ultimi dieci anni la sua azienda non ha contribuito a migliorare le condizioni di lavoro locali con nemmeno un singolo posto di lavoro in più. Rimanere a produrre in California è un’impresa: ‘Siamo così vicini al punto di far crollare tutto ciò che abbiamo costruito, è davvero patetico, la cosa che mi preoccupa è che dobbiamo cadere fin sul fondo dell’abisso prima di riuscire a sistemare le cose, e ho paura che l’abisso sarà simile a quello della Grecia’. 

Se pensate che questi commenti siano negativi, non avete ancora sentito nulla. Ecco cosa afferma T.J. Rogers, in un’intervista ad EE Times: ‘La California è uno dei luoghi più ostili per il business sulla faccia della Terra’. Rogers ha inoltre denunciato la fuga dalla Silicon Valley da parte di tutti gli stabilimenti produttivi dell’azienda Cypress Semiconductor da lui guidata.

Questa non è la prima volta che i grandi dell’industria tecnologica denunciano il pessimo ambiente di Silicon Valley. Il fatto che lo stato della California sia citato come la causa primaria di tutti questi problemi dovrebbe far riflettere i governanti.

La crisi arriva a Silicon valley

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