I colossi tecnologici Toshiba e LG, insieme ad AU Optronics, si sono accordati per il pagamento collettivo di una somma pari a 571 milioni di dollari (poco meno di 469 milioni di euro) per porre fine ad una discussa controversia legale. L’agenzia di stampa Reuters riporta che le tre aziende hanno accettato questo maxi risarcimento per ovviare allo scandalo dei prezzi ‘gonfiati’ dei display a cristalli liquidi negli Stati Uniti. In pratica, i produttori si sarebbero in passato accordati per fare cartello, costringendo in questo modo i consumatori ad acquistare i loro dispositivi LCD a costi spropositati. 

Secondo l’avvocato di San Francisco Joseph Alioto, vicecapo del gruppo di legali che hanno rappresentato i consumatori americani in questa class action, 543.5 milioni di dollari del risarcimento verranno suddivisi fra una ventina di milioni di consumatori truffati in 24 stati USA. I restanti 27.5 milioni di dollari verranno invece utilizzati per risarcire civilmente le organizzazioni governative di otto stati. 

Questa sentenza non è una assoluta novità, dal momento che altre sette aziende produttrici di dispositivi LCD erano state costrette in passato a sborsare un risarcimento da 538.5 milioni di dollari per porre fine alle stesse accuse.

L’accordo cui ci riferiamo risale al dicembre del 2011, e ha riguardato i produttori Sharp, Samsung, Hitachi, Innolux Corp, Chungwha Picture Tubes, Epson Imaging Devices Corp e HannStar Display Corp. Tutte queste aziende si sono accordate economicamente per risarcire i propri acquirenti ed evitare così procedimenti penali.

Class action per il cartello sui prezzi dei display LCD: Toshiba e LG si accordano per un risarcimento milionario